RECENSIONE ERA DI MAGGIO

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ERA DI MAGGIO * Antonio Manzini * Sellerio Editore * 381 pagg

"Mettilo agli atti, Italo. In una notte di maggio, alle ore una e dieci, al vicequestore Rocco Schiavone piomba addosso una rottura di decimo grado!". Gli agenti del commissariato di Aosta, che stanno imparando a convivere con la scorza spinosa che ricopre il suo cuore ferito, scherzano con la classifica delle rotture del loro capo, in cima alla quale c'è sempre il caso su cui sta indagando. Ma Rocco è prostrato per davvero. Una donna è morta al posto suo, la fidanzata di un amico di Roma, "seccata" da qualcuno che voleva colpire lui. E quando esce dalla depressione si butta sulle tracce di quell'assassino tra Roma ed Aosta, scavando dolorosamente nel proprio passato, alla ricerca del motivo della vendetta, un viaggio nel tempo che è come una ferita che si apre su una piaga che non ha ancora smesso di sanguinare. Però le rotture sono solo cominciate: un altro cadavere archiviato all'inizio come infarto. Un altro viaggio che si inoltra stavolta nel presente dorato della città degli insospettabili. In questo quarto romanzo, prosegue la serie dei polizieschi scabri, realistici e immersi nell'amara ironia di Rocco Schiavone. Ma in realtà, attraverso le diverse avventure di un poliziotto politicamente scorretto, si svolge un unico racconto. Il racconto della vita di un uomo che si scontra con la impunita e pervasiva corruzione del privilegio sociale, nel disincanto assoluto dell'Italia d'oggi.


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Terminato NON E' STAGIONE ho preso subito in mano il volume successivo perché era rimasto molto in sospeso. Qui si chiudono le due indagini: quella ufficiale e quella personale. Il ritmo è più disteso rispetto al libro precedente, ma non per questo noioso. No! Come può annoiare Schiavone! C'è tutto un modo da scoprire in Rocco e quando sai che ti può ancora sorprendere, hai voglia di conoscerlo ancora!

Conosciamo le sue "rotture di coglioni", ma qui ci vengono riepilogate e classificate in base al loro grado di pesantezza in modo da non perderne di vista neanche una. 

Manzini continua a delinearci con maestria non solo il vicequestore, ma anche la sua squadra: ognuno con una peculiarità, un modo di fare diverso l'uno dall'altro, che rende completo il quadro e la rappresentazione delle varie personalità . Non manca nulla, così  non si annoia Schiavone anzi, aumentano le sue "rotture di coglioni". 

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