RECENSIONE LE OSPITI SEGRETE

12:04

 

LE OSPITI SEGRETE * John Banville * Guanda Editore * pagg. 336




Londra, 1940. La capitale è devastata dai bombardamenti tedeschi, ma il Re decide di rimanere in città per mandare un messaggio forte e chiaro a Hitler e per dimostrare ai sudditi la propria vicinanza. Tuttavia non accetta che le sue figlie, Elizabeth e Margaret, corrano rischi e – grazie a un'operazione top secret che coinvolge ministri, ambasciate e servizi segreti – le fa trasferire nella neutrale Irlanda, dove vengono accolte come ospiti dal duca di Edenmore, un lontano parente della famiglia reale, in una dimora isolata e diroccata. Protette dall'anonimato e controllate a vista dall'agente segreto britannico Celia Nashe e dal detective della polizia irlandese Strafford, le due principesse andranno alla scoperta di quella tenuta così nuova e misteriosa e dei suoi strani abitanti – come lo stesso duca di Edenmore, o l'austera e indefessa governante, o ancora Billy, il fattore enigmatico e solitario che sembra quasi non badare a loro, e per il quale entrambe hanno un debole che non osano confessare. Ma l'identità delle due ragazzine non può essere celata per sempre: le voci, poco a poco, iniziano a girare, e se dovessero arrivare all'IRA la vita delle principesse – e di conseguenza la Corona stessa – potrebbe essere davvero in pericolo. Un romanzo che indaga il lato privato della più famosa e discussa famiglia inglese, sullo sfondo di un periodo storico ancora fonte di inesauribile ispirazione


🌟


Seconda guerra mondiale. 

Il re inglese decide di non scappare dai bombardamenti tedeschi, ma vuole mettere in salvo le sue figlie. 

Da qui un'operazione top secret viene organizzata per trasferirle in Irlanda, celando la loro vera identità per paura di interventi da parte di indipendentisti irlandesi. 

Le ragazze saranno ospitate presso una dimora appartenente a un duca, lontano parente, che certo non sarà preparato ad accogliere le figlie del re. Non mancano infatti, nelle prime pagine, dei tratti umoristici che evidenziano la goffaggine del proprietario e della servitù della dimora. 

Il duca la considererà quasi un'occupazione. Insieme alle figlie del re, infatti, ci sono un' agente dei servizi segreti, un poliziotto, l'ambasciatore inglese e diversi uomini dell'esercito sparpagliati lungo il perimetro della villa. 

Questo romanzo viene presentato come un giallo a sfondo storico, ma io non ho trovato assolutamente nulla che mi porti ad identificarlo come tale. 

Innanzitutto manca una caratterizzazione dei personaggi. In particolare, proprio di quelle che dovrebbero essere le protagoniste, le figlie del re, Elizabeth e Margareth che compaiono sporadicamente, privandole del ruolo centrale a cui dovrebbero essere destinate. 

Occorre arrivare a pag. 179 per veder muovere qualcosa: le labbra delle fanciulle, parlano! Miracolo!.

È un libro che poteva ridursi ad un centinaio di pagine (forse sono pure troppe). Avvenimenti un po' più concitati, coinvolgenti, si presentano solo nelle ultime pagine, ma nonostante ciò vengono raccontati in maniera frettolosa, confusionaria, facendo perdere il mordente che sembrava stesse acquisendo. 


L'autore si dilunga, al limite del noioso, sui personaggi che reputavo secondari, sulle loro caratteristiche, sulle descrizioni degli ambienti e sui ricordi del loro passato. Qualsiasi oggetto o situazione che richiama il loro trascorso porta a perdersi nei racconti dei loro ricordi, mentre per metterci a corrente dell'evento che scatenerà un po' più di movimento, Banville lo fa in due righe. Due. 

Il fulcro del romanzo, la sorte di Elizabeth e Margareth, diventa un aspetto marginale. 

Il libro manca di approfondimenti storici: questione Irlanda/Inghilterra è presentata con superficialità. Sono brevi i rimandi alla situazione bellica in corso.  La penna di Banville è arida di pathos. 

Ciò porta, a mio avviso, a non poterlo definire assolutamente né un giallo e né giallo storico. 




You Might Also Like

0 comments